giovedì, gennaio 06, 2011

hereafter

Giorni fa una persona cara a mia nonna ha fatto un sogno che mi ha colpito. Nel sogno incontrava mia nonna e le chiedeva :"Alba che ci fai qui? Tu sei morta." E mia nonna rispondeva: "Sì sono morta, ma so' anche viva!"

A tale racconto ho avvertito una piacevole sensazione, ho sentito che quella è esattamente la risposta che potrebbe dare mia nonna, ho immaginato la sua espressione nel pronunciare la frase, il timbro della voce e quella smorfia in grado di condensare in un gesto tutto il suo caratterino.

Mi sono detta sì, è vero, è anche viva!

E' viva perchè quel sentimento mi scorre nelle vene da quando sono nata, è viva perchè è stata colei che ha creduto nel mio amore per la scrittura dall'inizio. E' stata lei a spronare, lei a giocare con la mia immaginazione, lei a plaudirla.

E' viva come è vivo il cappello di mio zio Guido, che ha un effetto addolcente e calmante su di me; un cappello che adorna la mia malizia di donna, di uomo, di essere umano. Guido e io sapevamo raccontarci emozioni attraverso uno sguardo, eravamo entrambi, io lo sono ancora (ma forse anche lui), innamorati del gioco della vita.

Anche Guido è vivo! Vive nel piacere, nel gusto di un piatto fumante di tagliatelle al ragù, il piatto dei piatti, quello che non lo stancava mai.

Perchè parlo di morte?
Perchè parlo di vita?

Ieri ho visto il nuovo film di Clint Eastwood, Hereafter. Un titolo perfetto per una storia capace di lasciare una scia. Difficile descrivere l'intensità della scia... difficile mantenere la stessa grazia che Clint ha impresso nel film.

Ci sono livelli di comunicazione che vanno oltre ciò che il nostro sguardo sulla realtà circostante coglie. Chi fa un mestiere come il mio, chi lavora con la creazione, è abituato a dialogare giornalmente con i vari livelli comunicativi. Vive e si nutre di immaginazione, che non è qualcosa di lontano e totalmente estraneo alla realtà, e sente cose che altri non avvertono. I mondi, i personaggi che un artista va creando sono assolutamente reali, lo accompagnano nella vita, diventano vivi.

E' dolce notare che un talento come Clint ponga a se stesso e allo spettatore certe domande. In tutto il film non si scade mai in banalità religiose, nè in sciocche paure o illusioni senili; è un film che ha un sincero sguardo sulle possibilità comunicative dell'uomo. Sulle molteplici forme che la vita può assumere.

E sull'importanza del sentire...

trailer, in inglese è più bello