lunedì, aprile 30, 2007

IL VIAGGIO DI UN'IDEA: dal tavolino di un bar alle librerie

GENNAIO 2004: L'IDEA.

Nasce tutto da un tavolino di un bar illuminato da scorci di Colosseo, un pianista siede di fronte a me alternando bocconi di cibo, sorsate di vino a confidenze. Parla di sé, ma non lo fa in prima persona, no, lui fa parlare le sue donne, quelle che ha sedotto e quelle che sta seducendo, raccontando se stesso attraverso le loro parole.


Man mano le sue storie diventano fantasie, episodi che s'intersecano con immagini di me che vesto i panni di quest'uomo, spogliandomi dei miei, lentamente, con ritualità, ma più lui parla più mi estraneo da quel volto. La mia mente prende a fluttuare tra i tavoli, attenta ad osservare ogni singolo uomo che popola quel bar, quella strada, la piazza più in la, il quartiere, la città. Cosa sta pensando? Cosa osserva? Cosa lo fa ridere? Cosa lo innervosisce?


Torno a casa e comincio a scrivere.


IL CONTESTO.

Un ufficio senza anima e senza condivisione abita le mie giornate dalle 9 alle 18. Al mattino apro la finestra della sala vicino alla mia, guardo fuori con aria sognante e poi mi allontano abbassando lo sguardo. Un gabbiotto in legno simile ad un ascensore è la mia postazione; poca luce, nessuna immagine, solo mura e lusso ostentato nelle sale accanto.


Ma io scrivo e torno a sognare. E dopo qualche mese modifico il contesto, lascio l'ufficio senz'anima per ritrovare la mia.


L'ANNO DOPO:LA PRIMA STESURA

Ritagli di tempo hanno reso possibile la prima stesura. Guardo il mio gruppo di fogli sul tavolo e sono felice. Non ho mai avvicinato il mondo editoriale, non so nulla di utile, decido di procedere per tentativi e ho grandi aspettative. Ma manca il confronto.


IL BLOG, LA RETE, LE CASE EDITRICI

Apro un blog per testare le mie storie. Pubblico parti dei miei racconti e mi rivolgo soprattutto agli uomini. Vi riconoscete nelle mie parole o sentite la presenza di una donna?


Gli uomini mi danno fiducia, le donne affermano di riconoscere quegli atteggiamenti.


La rete mi offre quel confronto necessario, estraneo, distante dalle belle parole degli amici. Intanto racconto i miei tentativi, i primi contatti con gli editori, i viaggi della speranza con testo in mano, armata di sorriso, sicurezza e parole per scavalcare le segretarie tanto ben istruite ad allontanare gli esordienti. A volte mi sembra di avere un marchio sulla fronte con scritto:"Pirla!", ma io abbozzo e procedo.


Frequento molte librerie, piccole, grandi, piccolissime, ognuna è uno stimolo. Passo in rassegna testi in cerca di idee, di nomi, di indirizzi, chi pubblica chi e soprattutto chi pubblica cosa. Procedo per tematiche, affino la mia ricerca. La rete mi aiuta a reperire velocemente contatti, uso il telefono per verificare disponibilità, parlo molto con segretarie poco con direttori editoriali. Scopro un sito molto frequentato che pubblica racconti a tema e mando la prima storia. Loro non solo l'accettano ma inseriscono un bollino di qualità accanto al titolo. Prendo coraggio e mando un'altra storia, altro bollino di qualità. Intanto sull'altro fronte il sorriso viene spazzato via dai primi rifiuti di alcune case editrici. Ricordo ancora il primo, capace di rovinarmi intere giornate ma poi prendo a farci l'abitudine e cresce in me l'ostinazione a continuare. La rete di contatti si allarga, alcuni editori rispondono interessati, primi bagliori di entusiasmo poi il silenzio.


I READING.

Necessito un confronto diretto con un pubblico in carne ed ossa, così organizzo i primi reading. Non sono io a leggere, non ho ancora il coraggio, ascolto l'attore nascondendomi il volto con il collo del mio maglione fino all'applauso, inaspettato.


LE FIERE.

Preparo una presentazione del mio libro: immagine, case history, sinossi e contatti. Giro tra gli stand della Fiera della Piccola e Media Editoria di Roma con le mie cartelline in mano. Mi presento, introduco brevemente il progetto e prometto di spedire il libro una volta verificato il loro interesse. Faccio lo stesso per la Fiera di Torino mentre una parte di me aspetta. Alcuni rispondono, comincia un dialogo che dura mesi.


DUE ANNI DOPO: LA FIRMA DEL CONTRATTO

In contemporanea arrivano tre proposte di pubblicazione. Piccole case editrici s'interessano. Apro le trattative, ad alcuni rivelo l'interesse di altri, ad altri no. Affino la tecnica, senza fretta per non fare la scelta sbagliata. Attenta valuto le possibilità, i contratti, prendo tempo, verifico distribuzione di ogni casa editrice, nessuno è sul nazionale, valuto altri dettagli per decidere. Temo l'errore ma poi firmo un contratto, riuscendo a farmi aumentare la percentuale e a pattuire che mi occuperò di seguire personalmente l'ufficio stampa e la comunicazione del libro.


L'EDITING

L'editing scorre senza problemi, consapevole di dover cedere su alcuni tagli.


LA GRAFICA.
Mi occupo sia dell'immagine di copertina, decido la foto, la scatto e scrivo la quarta di copertina.


PRIMA PRESENTAZIONE: GALASSIA GUTENBERG 2007

Emozionante toccare il libro con mano, presentarlo in pubblico, firmare le prime dediche.


IL LAVORO CONTINUA.

Curo la comunicazione del libro, contatto personalmente giornalisti, utilizzo i contatti creati in questi anni per fare uscire le prime recensioni ed interviste ed intanto scrivo su portali web, sul mio blog, cercando di far girare il più possibile il titolo. Nel primo mese vedo le pagine di google aumentare insieme ai passaggi sul blog. Sorgono i primi ostacoli, il libro è facilmente reperibile in rete, anche se c'è un'attesa di due settimane, ma in libreria no. Nelle prime settimana risulta proprio inesistente, dopo il primo mese i computer lo registrano ma ahimè mancano i referenti della distribuzione, almeno per le regioni dove non ho copertura, le più importanti. Telefono all'editore, chiedo la sua autorizzazione a bypassarlo per dialogare direttamente con i distributori e verificare la situazione, li sprono a lanciare il mio titolo. Poi chiamo delle librerie precedentemente contattate, un giorno con tre telefonate riesco a piazzare 40 copie in una ma so che non posso farlo per ogni libreria sul territorio nazionale. Così continuo a contattare giornalisti, sapendo che da loro dipende la riuscita commerciale di un'idea e soprattuto la diffusione nazionale e mi opero per organizzare altre presentazioni.


RIFLESSIONI

L'atto creativo in sé è un momento meraviglioso in grado di rendere la vita gioiosa, ma dalla mia esperienza nascono una serie di riflessioni. E' noto che le difficoltà fortifichino, ma forse è meno noto che un viaggio creativo come quello che mi è capitato di vivere ha fatto sì che io prendessi coscienza delle mie potenzialità e imparassi nuovi mestieri. Dare fiducia ad un'idea iniziale permette di scoprire delle attitudini latenti che attendono solo di essere liberate. Quando si scrive non bisogna essere viziati, credere che tutto arrivi subito e improvvisamente. Si deve credere, insistere, cadere, alzarsi, ricadere, alzarsi di nuovo e procedere con umiltà e tanto coraggio.