
Ricordo ancora la prima volta che un suo libro mi venne tra le mani. Ero all'università, in una fumosa aula ricreativa quando una mano condita da occhi svegli e curiosi mi passò uno dei suoi libri preferiti, Mattatoio N°5 (Slaughterhouse-Five or the Children's Crusade) di Kurt Vonnegut. Quel libro fu una rivelazione per me, il miglior libro scritto contro la guerra, un grido di dolore condito di ironia, quell'ironia che mi conquistò in tutti i libri di Vonnegut. Quel testo diventò per molti anni l'oggetto da regalare alle persone che stimavo, un manoscritto da far passare di mano in mano, di mente in mente, la migliore risposta alle conversazioni sul tema della guerra.